Mogoro è situato nel settore centro-occidentale dell’isola ed è l’ultimo paese all’estremità meridionale della provincia di Oristano. Vi sono diverse teorie, talvolta contrastanti, sull’origine del toponimo Mogoro. Secondo alcuni studiosi, questo sarebbe riconducibile al basco Mokòr e allo spagnolo Mogòte che significano entrambi “cima collinare”; Giovanni Spano ha invece ipotizzato che la radice del toponimo abbia avuto origine dal fenicio Makor ovvero “fonte”, non a caso esistono a Mogoro due rioni (S’Arrochibi e Funtanedda) dove sono presenti due sorgenti d’acqua. Appartiene invece a Blasco Ferrer l’ipotesi che il termine derivi dal catalano antico Mùgoro e dal minorchino Mugarò, cioè “punta di mammella”: il paese sorge, infatti, a 153 metri s.l.m., su un altopiano basaltico denominato Sa Struvina.
Il paese fa parte nell’antico distretto medievale di appartenenza geografica definito Parte Montis ed è adagiato, a nord, alle falde dei contrafforti del Monte Arci, antico vulcano e Parco Geominerario, Storico ed Ambientale della Sardegna, recentemente riconosciuto patrimonio dell’U.N.E.S.C.O. A sud si estende la valle del Rio Mogoro, uno dei principali corsi d’acqua presenti nel territorio che, percorrendo buona parte dell’area campidanese, sfocia nello stagno di San Giovanni.
Con i suoi 4.000 abitanti circa, Mogoro è il paese più popoloso della sub-regione collinare della Marmilla e vanta una fiorente attività dell’artigianato artistico tessile e del legno, oltre ad una eccellente produzione vitivinicola.
Premiato nel 2015 per la Sostenibilità Ambientale, Mogoro fa parte dell’Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi, una rete di Enti locali che opera a favore di una armoniosa e sostenibile gestione dei propri Territori, diffondendo verso i cittadini nuove consapevolezze e stili di vita all’insegna della sostenibilità e del risparmio energetico, unitamente alla partecipazione attiva. Da sempre impegnata nella preservazione e nella valorizzazione della tradizione sarda, la comunità mogorese ha l’obiettivo di far riconoscere il paese quale polo d’attrazione culturale ed artistica, salvaguardando e diffondendo la lingua e la cultura della Sardegna.