Nell’area che circonda lo svincolo per Mogoro al km 62 della SS 131 prima di arrivare al paese è consigliabile fare tappa nella chiesetta di Santa Maria Carcaxia [1] risalente al X-XII sec. Per arrivarci è necessario oltrepassare gli svincoli per Mogoro, Oristano e Cagliari e subito dopo quello per la cantina “Il Nuraghe”, imboccare la strada tra i vigneti che costeggia la Carlo Felice.
Brevissimo il tratto da percorrere e suggestivo lo spettacolo della natura che si apre davanti allo sguardo tra mandorli, vitigni e olivi in bella mostra. Spazioso il grande prato che circonda la chiesa in pietra che apparteneva con probabilità a una villa medioevale facente capo all’antica Curatoria di Bonòrcili, distrutta dai Saraceni nel XV secolo. Tutt’intorno alla chiesetta un bel parco attrezzato per pic nic a contatto con la natura o per una piccola pausa prima di riprendere la passeggiata fino ai resti di Bonòrcili [2].
L’antico villaggio, per tanto tempo capoluogo della Curatoria di Bonorzuli, merita una breve sosta perché immerse nelle campagne coltivate dai tipici colori e profumi del Campidano si trovano i ruderi dell’antica chiesa parrocchiale di Sant’Anastasìa e qualche traccia della chiesa di San Giorgio.
Spostandosi poi in direzione della SS 131, quasi di fronte al rifornitore di carburante Agip si raggiungono i ruderi di un’antichissima chiesetta, sorta laddove un tempo vi era un antico sito romano, San Pietro di cui rimane ben poco. Sconsacrata e abbandonata, gran parte del materiale di spoglio servì ad ingrandire la chiesa di Sant’Antioco di Mogoro [3].
Lasciate le campagne di Mogoro si riprende la strada provinciale 44 e si raggiunge il centro abitato. E se si lascia la via Gramsci sulla destra seguendo le indicazioni per raggiungere Gonnostramatza, niente impedirà di fare un salto nel passato raggiungendo l’incantevole chiesa della Madonna del Carmine [4], il giardino fiorito e il convento dei carmelitani ad essa annesso. Sorta in quella che un tempo era la periferia del paese, la piccola chiesa mononavata mostra elementi che riportano al romanico pisano, ma con chiare concessioni al gotico successivo ed è quasi dominata dal vicino nuraghe Su Cunventu che spicca sul cucuzzolo della collina.
Con una breve passeggiata tra le strette viuzze del centro storico, tra i portali tipici della Marmilla e muri in pietra, si raggiunge con facilità la chiesa di San Bernardino da Siena [5], attuale patrono di Mogoro. Risalente con probabilità al Seicento, la bella chiesa oggi completamente restaurata e riportata all’antico splendore, colpisce per la ricca architettura tra romanico e barocco, per il grande altare marmoreo del 1700 e per la lucentezza dei colori delle scene pittoriche realizzate, nel 1933, dal pittore cagliaritano Baciccia Scano. Lasciata la chiesa parrocchiale, attraversando la piazza antistante si possono ammirare le costruzioni dell’antica pretura, del vecchio comune, ma anche della casa Grussu, oggi restaurata, e di alcune case signorili.
Procedendo sulla destra lungo la via Gramsci, che divide il paese, si raggiunge la chiesa di Sant’Antioco [6] e l’annesso vecchio cimitero. La piccola chiesa pare dominare dall’alto quest’angolo del paese che con la piazza omonima rappresenta da tempo il cuore pulsante delle attività economiche e dello shopping, ma anche dello svago e delle feste dei mogoresi.
Superata la grande scalinata in basalto della chiesa, ci si può affacciare sul retro. Da lì si aprirà davanti agli occhi lo spettacolo delle campagne di Mogoro con la collina di Cruccu e la panoramica di colline che arriva fino al nuraghe Genna Maria di Villanovaforru e l’altopiano di Siddi.